Lavorare da casa con le piattaforme online per freelance. Ci avevi mai pensato? Io ho scoperto la loro esistenza durante le settimane del primo lockdown. Confesso, non le conoscevo. Lo stop forzato dovuto alla pandemia per me si è rivelato un periodo molto proficuo. Oltre a mettere le prime basi di questo blog ho iniziato a lavorare online su una di queste piattaforme.
Non sto parlando dei siti per gli annunci di lavoro come Infojobs, Monster, Indeed, ecc. No, parlo di marketplace online per freelance all’interno dei quali è possibile vendere (o acquistare) servizi digitali a una enorme platea di potenziali clienti.
Tutti possono accedere e la cosa bella è che nessuno ti chiede l’età, che tu abbia più di 50 anni non interessa a nessuno. I miei clienti sono spesso ragazzi giovanissimi, poco più che ventenni che sul web si sentono a casa. A quelli della mia generazione non viene neanche in mente di cercare un collaboratore attraverso questo strumento, la maggior parte di loro – come ero io fino a qualche tempo fa – non sa nemmeno della loro esistenza. Ma andiamo per ordine:
- Cosa si può vendere?
Ovviamente solo servizi digitali.
- Quali?
Tutti quelli che rientrano in categorie come grafica, design, digital marketing, scrittura, traduzione, video, animazione, musica e audio, programmazione, tecnologia, business, lifestyle e chi più ne ha più ne metta.
Io, ad esempio, vendo questi servizi: scrittura per il web, correzione di bozze, editing, assistenza virtuale, trascrizione audio/video e ultimamente ho imparato a inserire i sottotitoli nei video. Tutte cose che posso fare da casa attraverso il mio PC.
Ma attenzione!!! Non mi sono inventata niente. Mi è sempre piaciuto scrivere e mi sono formata in passato con corsi per la correzione di bozze e l’editing; ho inoltre lavorato 20 anni come Assistente di direzione. Quindi vendo solo quello che so fare.
So anche usare programmi di “grafica per non grafici” come Canva ma non mi sogno neanche di propormi in questo settore. Ci sono grafici veri che lo sanno fare molto meglio di me.
- Quali sono i portali per freelancing?
Ce ne sono tanti, la maggior parte in lingua inglese ma non tutti. Eccoti qualche nome: upwork.com (tra i più accreditati), fiverr.com, addLance.com (in italiano), freelancer.co.it (in italiano), peopleperhour.com, reedglobal.com, twago.it (in italiano), scribie.com e tanti altri che puoi trovare navigando sul web.
Una raccomandazione!!! leggi sempre le recensioni e le opinioni di chi ha già lavorato con loro per capire come sono andate le cose.
Anch’io prima di decidere su quale iscrivermi mi sono informata sul web e ho letto le recensioni degli altri utenti. Alla fine ho scelto Fiverr.com, una piattaforma americana attiva da molti anni e con utenti in tutto il mondo. Me la cavo con l’inglese e quindi navigo sul sito senza problemi e lavoro per chi ha necessità di servizi in italiano. La piattaforma Fiverr è quella che conosco e quindi mi sento di poterti dire qualcosa di più.
Per iniziare basta poco, è necessario:
- creare un account inserendo il nome e cognome o uno username, l’email e la password;
- creare le Gig, una sorta di “vetrina” dove descrivi il servizio digitale che offri e a quali condizioni: tariffe, tempi di consegna, extra, ecc. Una Gig per ogni servizio, al massimo puoi farne 5.
Per aiutarti a creare la presenza online la piattaforma mette a disposizione dei tutorial e poi c’è la community di facebook sempre pronta a dare risposte e consigli.
Una volta create le tue Gig, anziché aspettare che il lavoro arrivi dall’alto, è possibile dare uno sguardo alle “buyer requests” e candidarti.
La tariffa minima di vendita è 5 dollari (hai capito perché si chiama Fiverr?) e all’inizio, per farti conoscere, ti consiglio di vendere a questa tariffa. Poi quando avrai ottenuto qualche buona recensione potrai alzare i prezzi. Io ho fatto così.
Tieni presente che Fiverr prende il 20% di commissioni sull’ordine e che c’è anche il cambio da $ a € che rosicchia il netto che ti arriverà in tasca quindi, prima di mandare un preventivo, fatti bene due conti.
- E i pagamenti?
Tranquilli, sono assicurati. L’acquirente quando compra il servizio paga già la cifra pattuita a Fiverr che la “custodisce” in attesa della consegna del lavoro. Il cliente ha 3 giorni per accettare il progetto, chiedere modifiche oppure rifiutarlo se ritenuto non idoneo (non mi è mai capitato). Se non lo fa, trascorsi i 3 giorni, Fiverr considera l’ordine automaticamente accettato. A quel punto devi aspettare 14 giorni per poter ritirare i tuoi soldi. Non sono pochi, lo so, ma almeno puoi essere certo che arriveranno e su come riceverli scegli tu.
Sia chiaro, non sono diventata ricca e di certo non lo diventerò grazie a Fiverr, ma ci impiego in modo proficuo il tempo, mi sono presa la soddisfazione di vedere i miei articoli pubblicati su vari siti (anche se in forma anonima) e ci ho tirato su due soldini.
Conta molto la reputazione che il freelance si costruisce sulla piattaforma. Questa è data dalle recensioni che ogni cliente può lasciare giudicando la professionalità e la qualità del lavoro, a cui si aggiungono altri dati statistici forniti da Fiverr: la percentuale di risposta alle richieste, gli ordini conclusi, l’invio nei tempi previsti, i voti delle recensioni. Quindi, se non vuoi bruciarti al primo giro, è imperativo essere corretti e professionali.
Il mio primo ordine l’ho ricevuto da un italiano residente nella Repubblica Ceca. Mi ha chiesto di scrivere l’articolo per un blog. Lui era a Praga, io scrivevo da Rimini e l’articolo è finito sul sito di una società ligure. La rete fa giri strani e incredibili! A quel primo articolo ne sono seguiti altri 13 con lo stesso cliente. Se lavori bene il compratore si ricorda di te e torna, su Fiverr valgono le stesse regole di ogni mercato.
Allora, ti ho convinto a provare? Ricorda, anche se non sei un freelance puoi sempre diventarlo, e che tu abbia più di 50 anni non interessa davvero a nessuno!
(foto di Mikey Harris da Unsplash)