Sull’orlo di un burrone con il terreno che franava sotto i piedi.
Ecco come mi sono sentita subito dopo il licenziamento.
Mantenersi in equilibrio è stata una sfida, per fortuna vinta, ma questo lo dico solo oggi perché allora non potevo saperlo.
Ho avuto due fortune:
- poter contare sugli ammortizzatori sociali che mi hanno sostenuta economicamente e mentalmente.
- vivere a Rimini ed essere licenziata a inizio estate. Nel giro di una settimana avevo in mano un altro contratto di lavoro: Receptionist d’hotel. Era un contratto per soli 3 mesi ma comunque utile a rendere il salto nel vuoto meno traumatico.
Quel burrone dentro cui temevo di schiantarmi in realtà si è rivelato pieno di belle esperienze, nuove conoscenze e l’incipit di un’evoluzione personale molto profonda.
Ho scoperto tante cose di me, alcune non mi sono piaciute ma una è molto positiva: non mi sono mai seduta sul divano a girare i pollici o stesa in spiaggia a godermi i “soldi regalati” della mobilità e men che meno a piangere su quello che era successo.
Non mi sono mai fermata, ho fatto tante cose e la mia vecchia, cara, laurea in lingue ha aperto la porta a tutti i nuovi lavori, davvero tutti. Il famoso “pezzo di carta” anche a 30 anni di distanza si è rivelato determinante. Viva il pezzo di carta!
2015 | Receptionist d’hotel
La mia vita lavorativa 2.0 è iniziata al Ricevimento di un hotel sul lungomare di Rimini. Alle 6:30 inforcavo la bici e sfrecciavo fra strade deserte per dare il cambio al portiere di notte.
In hotel ti passa davanti agli occhi tutta la varietà del genere umano, persone fantastiche e rompiballe supersonici e ho scoperto la mia grande capacità di lavorare a contatto con il pubblico. Ho una pazienza infinita e un sorriso per tutti, anche per i piantagrane, gli insoddisfatti cronici, gli snob, gli zotici e gli squinternati.
Quando ho ricevuto il primo cedolino della busta paga post-licenziamento con un nome diverso nell’intestazione della società, ho avuto una stretta al cuore, un misto di soddisfazione e amarezza.
2015-2016 | Lo studio
Concluso il lavoro in hotel mi sono presa del tempo per me, avevo bisogno di fermarmi e fare il punto su dov’ero e dove volevo andare. Ho scelto di tornare a studiare e farlo a 50 anni è stato FAN-TA-STI-CO! Ho partecipato alle selezioni per un corso nel settore turistico interamente finanziato dalla Comunità Europea, eravamo in 119 per 22 posti. Sono arrivata 9^ ed è stata una soddisfazione che dire WOW! non basta a rendere la gioia.
Per 8 mesi sono tornata sui banchi di scuola, 5 giorni a settimana, 8 ore al giorno. Ero in classe con ragazzi che potevano essere miei figli, con loro mi sono divertita da matti, siamo andati anche in gita scolastica in Spagna. Olè!
2016 | Operatrice IAT
A giugno 2016 sono arrivata negli uffici IAT (Informazione e Accoglienza Turistica) e questa è stata l’esperienza più bella, quella dove mi sono sentita a casa. Il contatto con persone di ogni angolo del mondo, l’uso delle lingue che ho studiato, il divertimento nel relazionarmi con persone davvero di ogni genere. Lavorando negli IAT ho scoperto che a questo mondo c’è un sacco di gente che “non batte pari”…ooops, forse dovrei dire più diplomaticamente “alquanto bizzarra”.
Ho amato questo lavoro e la collaborazione con gli uffici IAT è proseguita negli anni.
2017 |Operatrice IAT e organizzazione eventi
A marzo 2017 ho iniziato a lavorare in una società di servizi turistici, mi è stata affidata l’organizzazione di un evento sportivo, un torneo internazionale di nuoto arrivato alla 21° edizione. Sono impazzita dietro le prenotazioni alberghiere e logistiche per circa 2000 persone tra atleti e staff e mi sono scervellata a gestire la contabilità, io che di conti e numeri non ho mai capito niente. Un lavoro immane, nuovo per me e affrontato da sola. Sono stata sbattuta lì, un po’ come quando per insegnarti a nuotare ti buttano in mare: o nuoti o affoghi.
Ho imparato a nuotare ed è andata bene ma non so come ho fatto. Se sono sopravvissuta è solo grazie ai tanti anni di lavoro che avevo alle spalle che mi hanno aiutata a rimanere lucida nel caos più totale.
Concluso il torneo, sfatta e malconcia, sono tornata negli uffici IAT.
2018 | Accompagnatrice turistica + IAT
Mi piace viaggiare e mi piace stare a contatto con le persone. Tirando la somma di questi 2 elementi mi sono iscritta al corso di formazione per diventare Accompagnatrice turistica. Per un paio di mesi sono tornata sui banchi di scuola, ad aprile ho sostenuto l’esame regionale e a maggio avevo in mano il patentino che mi abilitava alla professione. Mi sono iscritta all’elenco regionale, ho stipulato l’assicurazione professionale e a fine maggio ho accompagnato il mio primo gruppo in gita ad Ascoli Piceno e nel borgo di Offida.
Durante l’estate ho ripreso il lavoro negli uffici IAT.
2019 | Direttore tecnico d’agenzia viaggi + IAT
Studiare mi piace e ho continuato a sfruttare i periodi di non lavoro per formarmi. Nel 2019 ho seguito il corso per la qualifica di Direttore Tecnico d’Agenzia Viaggi. Come si dice, impara l’arte e mettila da parte e così ho fatto. A gennaio 2020 ho sostenuto l’ennesimo esame e ottenuto la qualifica professionale.
Nel corso dell’anno ho lavorato occasionalmente in Fiera e al Palazzo dei Congressi, ho seguito una troupe fotografica canadese, ho gestito la pagina facebook di un’agenzia viaggi e a maggio sono tornata negli uffici IAT.
2020 | il coronavirus + FIVERR
A febbraio ho accompagnato 2 gruppi in gita a Milano.
Poi sappiamo cosa è successo e tutto si è fermato, soprattutto le gite, soprattutto il turismo.
Nei mesi del primo lockdown non mi sono annoiata. Ho scoperto Fiverr, una piattaforma online americana per lavorare da casa. Ne ho parlato in questo articolo. Mi sono iscritta e ho iniziato a creare contenuti per il web e a trascrivere file audio e video.
Come tutti ho passato tanto tempo online, ho fatto millemila corsi gratis, webinair, incontri zoom, ho iniziato a curare di più la mia pagina Linkedin e ho messo le basi di questo blog che è andato online il 14 ottobre.
Quante cose! A volte penso che se non fossi stata licenziata e costretta a uscire dal mio tran-tran non sarei cambiata e cresciuta così tanto. Oggi il vecchio lavoro in aeroporto mi sembra appartenere a un’altra vita, quella di una Loredana oramai lontanissima da me.
(La foto in evidenza è di Gerd Altmann da Pixabay)