Conosco Alessandra Martinelli da parecchi anni, ci siamo incontrate per via dei nostri ex-lavori. Io ero ancora in aeroporto, lei seguiva il commerciale di una compagnia aerea.
La ricordo quando arrivava negli uffici, sempre con un sorriso luminosissimo e un modo di fare empatico e molto distante da quello ingessato che avevano altri nel suo stesso ruolo. È stato facile relazionarsi con lei al di là del rapporto professionale.
Ognuna di noi ha avuto in seguito le proprie vicissitudini lavorative e quando ho saputo che a 51 anni aveva ricominciato da capo l’ho chiamata, e lei ha accettato di condividere la sua esperienza con i lettori del mio blog. Sono tante le cose che ammiro di Alessandra, a cominciare dalla sua perseveranza nel raggiungere i propri obiettivi di lavoro e la strada giusta per lei.
Nelle mie aspirazioni giovanili c’era l’idea di diventare avvocato. Conclusi gli studi in giurisprudenza sono entrata come tirocinante in uno studio legale per preparare l’Esame di Stato.
Dopo pochi mesi mio padre si è ammalato di leucemia e a quel punto ho dovuto rivedere i miei piani. Perseguire la professione forense avrebbe richiesto un lungo sostegno economico da parte della famiglia e la malattia di mio padre metteva a rischio questa possibilità. Dovevo quindi rendermi economicamente indipendente per non pesare sulla mia famiglia.

Ho pensato di diventare Assistente di volo, una professione che mi avrebbe consentito di continuare a studiare durante le soste a terra. Ho preso i brevetti e a circa 28 anni ho iniziato a volare per la Lauda Air sul lungo raggio. Sfruttavo le pause di 10 giorni per finire il periodo di pratica e studiare. Portavo i libri con me ovunque, ho studiato anche alle Maldive mentre i colleghi si divertivano in spiaggia.
Poi ho volato sul medio e corto raggio per la compagnia aerea Azzurra con soste dai 3 ai 5 giorni.
Conciliando lavoro e studio sono riuscita a superare l’Esame di Stato. Nel frattempo mio padre era purtroppo venuto a mancare e quindi dovevo decidere se perseguire il sogno di diventare avvocato oppure continuare a volare. In quel momento l’indipendenza economica era il mio obiettivo principale, come Assistente di volo guadagnavo bene e facevo un lavoro bellissimo. Ho scelto quindi di continuare a volare anche se dentro di me ho sempre saputo che non avrei fatto quella vita per sempre.
Quello di hostess è un lavoro ambito ma anche molto stancante soprattutto sul medio e corto raggio. Comporta rinunce importanti, non esistono festività, quando hai del tempo libero gli altri lavorano, il ritmo di vita rende difficile creare relazioni affettive stabili.
L’ultimo anno ho volato sul corto raggio per l’Air One, mi svegliavo alle 3 di notte, facevo 4 decolli e atterraggi ogni giorno. Era davvero massacrante e ho fatto di tutto per passare negli uffici della compagnia, ma non è stato possibile.
Da un’amica vengo a sapere che la compagnia svizzera Darwin Airlines consentiva al personale navigante di svolgere mansioni d’ufficio nei giorni di sosta. Era quello che stavo cercando!
Mi sono licenziata da Air One e sono andata alla Darwin con l’obiettivo finale di lavorare negli uffici. Dopo 2 mesi mi sono candidata per il ruolo di commerciale in Italia. Ho fatto il colloquio e in 2 giorni ho deciso di trasferirmi a Roma.
Non avevo mai fatto il commerciale e non ho avuto né formazione, né affiancamento. Mi sono letteralmente inventata il lavoro, l’ufficio l’avevo allestito a casa mia. Ho iniziato con la tratta Roma-Lugano e pian piano ho sviluppato il mercato facendo tutto da sola. Per 2 anni non ho avuto “fissa dimora”, ogni settimana ero in un posto diverso, peggio di quando volavo! I risultati sono arrivati, ho aperto collegamenti da Foggia, Bolzano, Rimini, Genova, Torino, Palermo, Pantelleria e Lampedusa, Olbia e Cagliari. Devo ringraziare gli svizzeri per avermi dato la chance di provare, non sempre capita.
A un certo punto le cose hanno iniziato a non andare bene per la compagnia e a maggio 2015 sono stati fatti i licenziamenti collettivi, i settori commerciale e marketing sono stati smantellati. L’anno successivo c’è stata la chiusura definitiva.
Mi sono ritrovata senza lavoro a 45 anni e sono finita nel baratro. Da che parte ricominciare?
Avevo l’occasione di restare in Svizzera e lavorare per un hotel ma non volevo più stare fuori dall’Italia. Volevo avere radici, una casa e stabilità. Facevo dei colloqui ma le posizioni disponibili erano soprattutto su Milano e le proposte economiche inadeguate agli standard di vita in quella città.
Ho ricominciato a lavorare nell’agenzia immobiliare di un amico dove sono rimasta solo 4 mesi perché non era il lavoro giusto per me, ma non mi sono mai arresa, sono sempre rimasta convinta che il lavoro giusto sarebbe arrivato e sono andata avanti con un obiettivo chiaro: un lavoro stabile, un contratto a tempo indeterminato e condizioni economiche adeguate alle mie esigenze.
Poi ho lavorato per una società di consulenza nel settore alberghiero, una realtà piccola ma dinamica che si occupa di servizi per hotel a 360 gradi. Avevo conosciuto il titolare quando lavoravo in Darwin. Mi sono trovata molto bene, ero il braccio destro del capo e sono tornata a sentirmi felice di quello che facevo.
Sono rimasta 4 anni ma sapevo di dover cercare soluzioni migliori. Per me il lavoro è sempre stato molto importante e lì non mi sentivo sicura e stabile. Col tempo hanno iniziato a pesarmi anche la sedentarietà, gli aspetti routinari del lavoro e la mancanza di prospettive di crescita professionale.
L’arrivo della pandemia, con i pesanti riflessi sul settore alberghiero, ha segnato una battuta d’arresto. Già da marzo eravamo tutti in cassa integrazione e a quel punto stavo per gettare la spugna. Poi, su suggerimento di un’amica, mi sono messa a studiare per il concorso da insegnante e, ripensandoci oggi, è così che la scuola è entrata nel mio mondo.
Ad agosto mi ha contattata Marcella, una vecchia conoscenza del settore aeroportuale, proponendomi la direzione di un istituto scolastico privato. La prima reazione è stata: cosa c’entro io con le scuole? Poi ho deciso di provare e ho accettato l’incarico. Mi sono dovuta rimettere a studiare per prepararmi a questa nuova esperienza.
Oggi sono la Direttrice di una scuola privata per l’infanzia e primaria. Mai avrei immaginato di lavorare con i bambini, questa proposta è arrivata del tutto inaspettata, è proprio vero che a volte nella vita succedono le cose più assurde.
Lavoro moltissimo, ho a che fare con i docenti e circa 200 famiglie, i problemi che piombano sulla mia scrivania sono sempre tanti ma mi piace quello che faccio. Le responsabilità non mancano e sono grandi, come grandi sono anche le soddisfazioni.
Dalla mia esperienza ho imparato che saper gestire le relazioni è una cosa fondamentale, le occasioni di lavoro le ho avute sempre grazie alla mia rete di conoscenze coltivata negli anni.
Oggi, a 51 anni, se faccio un bilancio dico che il volo mi ha migliorato il carattere, è stata una grande opportunità di crescita e mi ha portata in giro per il mondo a vedere posti meravigliosi. Ma se avessi continuato a fare l’Assistente di volo non avrei conosciuto tante sfaccettature della vita e della mia stessa personalità quindi posso dire convintamente che rifarei tutto esattamente come è stato.
(la foto in evidenza è di Loredana Cecchini, è stata scattata sulla spiaggia di Rimini)
Bella bella storia
Una bella storia che dentro ha anche il tuo zampino Marcella 🙂