Qualche giorno fa nella mia casella di posta elettronica ho trovato una mail che iniziava così: Mi chiamo Alessia, ho 52 anni e una vita da raccontare.
Alessia si è imbattuta casualmente (o forse no) in questo blog riconoscendosi nel mio percorso sia umano che lavorativo: stessi studi, stessa passione per i viaggi, stessa certezza di un lavoro solido e stabile e poi, d’improvviso, lo stesso inciampo inatteso che ci ha costrette a cercare nuove strade da seguire.
Accolgo con piacere la storia di Alessia per continuare caparbiamente a diffondere positività!
Mi chiamo Alessia, ho 52 anni e una vita da raccontare.
All’età di 46 anni ho perso il mio lavoro stabile, ben retribuito e soprattutto “SICURO” a tempo indeterminato. Con la qualifica di direttore commerciale, mi occupavo di sviluppo del brand della multinazionale per cui lavoravo a Roma da anni, con immense soddisfazioni economiche e personali. Un giorno, d’un tratto, in un pomeriggio qualsiasi di un venerdì faticoso che giungeva al termine, a dieci minuti dalla fine della mia giornata lavorativa sono stata convocata nell’ufficio del direttore generale e in quei minuti eterni, improvvisamente, venni trasferita dal lunedì seguente alla sede di Bari.
Pochi secondi che segnarono la mia vita impostata, appagante e stabile. Non accettai il trasferimento repentino perché avevo una bimba di sei anni, un bimbo di dieci e un marito che lavorava a Roma: la nostra vita non poteva ripartire in sole 48 ore! Mille pensieri: la scuola, la casa, gli impegni presi a Roma, era impossibile pensare e organizzare un trasferimento in una città distante 600 chilometri da Roma! Non accettai e fui licenziata per GIUSTA CAUSA. Un mese dopo persi mio padre ma riuscii a stargli accanto perché ero a casa, libera da impegni lavorativi e pensai che NULLA avviene per caso.
Inutile dire che eravamo nel 2019 e che, nonostante speranza, sacrificio e impegno, la nuova occupazione tardò ad arrivare a causa del COVID che mi costrinse a casa. Fermò anche mio marito che è un musicista professionista e che la pandemia ha costretto a casa, senza concerti live, senza alternative, senza sussidi, senza dignità. Una famiglia a terra per un anno, quasi due, fino al giorno in cui raccontai della pandemia, attraverso gli occhi di una donna sola e maltrattata nelle mura domestiche, l’unico luogo apparentemente sicuro per tutti in quel periodo così difficile, dove confini e muri erano descritti dalla narrazione pubblica, come privilegi sicuri. Con quel racconto dal titolo “L’anno delle camelie” vinsi un premio e la sua pubblicazione con GPM Edizioni.
Il mio amore per la scrittura e per la lettura, fin da quando ero bambina, si fece spazio e trovò un piccolo posto nel mio mondo sofferto. Ho iniziato così a scrivere con una nuova consapevolezza e con un impegno mai profuso fino ad allora. Scrivevo di notte, quando il silenzio della mia stanza illuminava le mie parole e tutto intorno a me sembrava fermo, senza tempo. Era il mio e dovevo viverlo!

Ad oggi ho all’attivo diverse pubblicazioni, tra cui un romanzo drammatico dal titolo “Come allodole sull’alloro” edito dalla Writers Editor. Scrivere per me è vita, sento profonda l’esigenza di narrare e condividere il mio mondo creativo con chi ha voglia di leggermi.
Parallelamente alla scrittura collaboro con una Fondazione che gestisce delle RSA ad alto mantenimento, sono docente per corsi di formazione e collaboro con una società di formazione che eroga corsi alla Regione Lazio.
La conoscenza delle lingue e l’amore per la scrittura e il cinema, mi hanno resa quello che sono oggi: un’insanabile sognatrice!
Non amo la sveglia alle sei ma è a quell’ora che inizia la mia giornata. Di notte rifletto molto e dormo poco; l’attività onirica per me è fonte di idee e mi capita di svegliarmi di soprassalto alle quattro del mattino per scrivere racconti che rileggo e correggo al risveglio, stupendomi spesso di quanto la mia penna si unisca ai miei deliri notturni, generando perfetti grappoli di parole di senso compiuto. Ed è in quella zona franca, scevra da condizionamenti e timori, che la mia fantasia trova spazio.
Allora mi presento di nuovo.
Mi chiamo Alessia, ho 52 anni e una vita da raccontare.
Ho superato la metà del secolo e avrei voluto chiamarmi Alice ma alice non sono e mi tengo il nome di origine greca che significa “colei che protegge e salva” e direi che non mi è andata male. Nella vita ho abbattuto confini perché non amo essere obbligata a fare qualcosa o sentirmi incastonata in uno spazio ben preciso, specie se è qualcuno ad impormi di farlo.

Scrivo da sempre, dal momento in cui mio padre, straniero di nascita, mi ha regalato mondi inesplorati attraverso i suoi racconti che ho desiderato trasferire su carta, con la complicità di una Olivetti Studio 46 e la fantasia di una bambina di soli nove anni.
Sono le diversità di cultura e di pensiero che maggiormente hanno segnato il mio presente, tracciando il percorso che voglio intraprendere in futuro, quello di raccontare storie.
Scrivere per me è vita, sento profonda l’esigenza di narrare e condividere, con chi ha il coraggio e la pazienza di leggermi, il mio mondo creativo.
Il dono che ho ricevuto è potente ed io lo rispetto ogni giorno attraverso la lettura e la conoscenza di nuove tecniche narrative. Non amo le regole perché credo che debbano essere infrante ai fini dell’evoluzione dell’uomo. Non sono capace di vivere sempre nella stessa convinzione, mi appassiono facilmente e guardo al futuro con occhi vigili ma nostalgici.
Il contesto in cui vivo è piuttosto stringente e scrivere mi dà la possibilità di evadere con facilità: se avessi una vita serena e mediamente accettabile sarei un’anima morta, ferma ad osservare il proprio giardino in fiore per autocelebrazione. Invece il desiderio profondo di continuare nel mio moto perpetuo trova nella scrittura la spinta verso nuove visioni, critiche e costruttive.
Ho indossato nuovi panni, diversi da quelli che avevo nell’armadio da anni e mi sento finalmente a mio agio e felice.
Alessia la trovate in giro per il web:
https://www.facebook.com/alessia.cerne
https://www.instagram.com/almamja/
https://gruppowriterseditor.it/prodotto/come-allodole-sullalloro/
Tutte le fotografie sono di Alessia Cerne