L’entusiasmo con cui Maria Pia Altamore ha accettato di raccontare il suo RiScatto professionale ha sorpreso anche me. Ho trovato una donna di 60 anni piena di energia ed entusiasmo, a riprova del fatto che non è l’età anagrafica a definire le persone. Sarà per questo che quando mi ha detto di aver ricominciato a 54 anni con 2 lavori e non 1 soltanto, non mi sono affatto sorpresa.
Sono entrata giovanissima in Ferrovie dello Stato dove ho lavorato 35 anni. Non amo la ripetitività quindi ho chiesto più volte di cambiare mansione all’interno dell’azienda. Mi sono cimentata in ruoli diversi e ogni volta è stato come ricominciare daccapo.
A 54 anni ho deciso di cogliere l’opportunità offerta dalla legge “Opzione donna” del 2004, che consentiva di accedere al pensionamento anticipato a condizione che ci fosse un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e 58 di età, con una decurtazione sulla pensione di circa il 40%. Era il 2012, c’era appena stata la riforma Fornero, ma questa opzione era stata salvaguardata quindi ho dato le dimissioni.
Quando avevo già avviato la pratica l’INPS ha aggiunto delle clausole che, per questione di appena qualche mese, mi escludevano per mancanza dei requisiti d’età. Come me molte altre donne si sono trovate nella stessa situazione e allora abbiamo fatto una class action e siamo scese in piazza a Roma a manifestare davanti al Ministero dell’Economica e Finanze. Dopo ripetute manifestazioni la nostra istanza è stata finalmente accolta.
Dovevo comunque aspettare ancora 4 anni prima di ricevere la pensione e quindi ho cercato di tenermi occupata con qualche attività che mi assicurasse anche un introito economico.
Ho pensato di farlo puntando sulle mie passioni, in primis il teatro. Per 30 anni ho fatto spettacoli, animazione, clownerie, cabaret e, più di recente, mi sono appassionata di cucina. Ho cercato il modo di coniugare le due cose e farne un lavoro.
Mi era già capitato di organizzare cene con spettacolo per amici e familiari e la cosa aveva funzionato bene. Ho deciso quindi di replicare questo tipo di format.
Con il supporto di una commercialista che si è occupata degli aspetti burocratici e fiscali, ho sviluppato un progetto di cucina a domicilio + spettacolo che ho chiamato “Cibarty di Maria Pia Altamore, la cucina del buonumore”. Ho aperto la Partita Iva e iniziato a farmi conoscere attraverso una campagna pubblicitaria che ho organizzato io stessa, ho aperto un sito web, distribuito volantini, fatto interviste. In questa avventura sono stata sostenuta e affiancata da mia figlia ma anche mio figlio ne ha tratto beneficio, a lui ho trasmesso questa passione ed è diventato bravissimo ai fornelli.
Mi proponevo come cuoca-artista, creavo il menù in base al tema della serata e organizzavo uno spettacolo, ogni evento era studiato e costruito ad hoc seguendo le richieste del cliente. I menù erano particolari e in linea con la specificità dell’evento. Gli davo anche un nome: c’erano le “cene navigate” per le serate sugli yacht, quelle “abbocca all’amo” per le cene di pesce romantiche, e poi c’erano gli eventi per i bambini dove potevo contare sulla mia lunga esperienza di animazione.
Nella nuova veste di imprenditrice ho avuto il piacere di rientrare con il mio catering anche in Ferrovie dello Stato, mi hanno chiamata in occasione di eventi o per festeggiare ex-colleghi che andavano in pensione.
La cosa è iniziata anche come gioco provocatorio nei confronti dei liguri che hanno un carattere piuttosto chiuso. Era un modo per dire aprite le vostre case! Io sono di origine siciliana e il mio approccio nelle relazioni con le persone è molto più aperto.
Sempre nel 2012 mi è capitato casualmente di leggere un annuncio di lavoro su un settimanale locale in cui si cercavano agenti commerciali per la pubblicità. Pur non avendo nessuna esperienza in questo campo mi sono proposta e il Direttore, un giovane milanese, mi ha dato l’opportunità di provare. Per un breve periodo l’ho seguito per acquisire la formazione di base e poi mi sono lanciata da sola. Ho collaborato con un team molto più giovane di me con il quale mi sono trovata benissimo. Credo che la mia esperienza sulle scene teatrali mi abbia aiutata a interagire con le persone e creare la giusta empatia. Ho preso la cosa molto sul serio e questo lavoro è stato anche un modo per fare promozione del territorio e delle sue piccole realtà imprenditoriali. Le cose sono andate bene e ho iniziato a fatturare cifre interessanti.
A 54 anni mi sono praticamente ritrovata a fare non 1 bensì 2 lavori! Chi l’avrebbe mai detto?! Il passaggio da dipendente a imprenditrice di me stessa mi ha aiutata moltissimo nella crescita personale.
Oggi ho 62 anni, portati emotivamente molto bene, perché la consapevolezza raggiunta a questa età è una compagna di vita migliore dei massaggi!
Sono una persona creativa e piena di iniziative. Davanti agli ostacoli dove gli altri si disperano io trovo le risorse per andare avanti. Questo è sicuramente un dono naturale ma anche il frutto di esperienza e di un lungo lavoro su me stessa.
Quando sono arrivata a percepire finalmente la pensione ho rallentato il lavoro per godermi il tempo libero, ho dato le dimissioni dal giornale e come cuoca continuo a fare qualche piccola collaborazione. Sono stata chiamata nelle fattorie didattiche e mi sono occupata anche di cucina vegana e olistica.
Continuo a scrivere qualche spettacolo. Per il Festival della Parola, una manifestazione culturale di rilievo che si tiene ogni anno a Chiavari, ne ho scritto uno che si chiama “A stima come stai?”.
Ho scelto questo tema perché il ruolo femminile mi coinvolge molto. Per quelle come me che negli anni ’70 sono scese nelle piazze al grido di “il corpo è mio e lo gestisco io” è rimasto dentro un imprinting che col tempo rischia di scemare. Le giovani di oggi danno per scontato tante cose e le vedo più succubi degli uomini. Con questo spettacolo ho voluto mettere al centro proprio il tema dell’autostima che non dovremmo mai dimenticare di tenere salda al primo posto tra i nostri valori e che ci sostiene anche quando nella vita può capitare, a qualunque età, di doverci reinventare.
(Nella foto in evidenza Maria Pia Altamore)